Avvalimento per certificazione parità di genere – FAQ fuorvianti della stazione appaltante

Consiglio di Stato sez. V 26/8/2025 n. 7105: con tale sentenza è stato stabilito che bisogna considerare ammissibile alla certificazione di qualità l’avvalimento premiale per la certificazione della parità di genere, perché il nuovo Codice dei contratti pubblici (art. 104, d.lgs. 36/2023) ammette l’avvalimento anche per migliorare l’offerta, purché il contratto trasferisca effettivamente l’assetto organizzativo che ha portato alla certificazione (processi, risorse, personale, strumenti), andando oltre il semplice “prestito” del certificato e non essendoci specifici divieti normativi, come confermato dal Cons. St., VI, 18.6.2025, n. 5345.

La facoltà di non aggiudicare una gara d’appalto

Il TAR Friuli Venezia Giulia, con sentenza n. 332 del 7/8/2025, ha stabilito che la facoltà di non aggiudicare una gara d’appalto rientra nell’ampia discrezionalità della stazione appaltante.
Sommario:
– La sentenza in esame
– La norma di riferimento
– Motivazioni della decisione (Discrezionalità della S.A. – Interesse pubblico e buon andamento della p.a. – Non violazione del principio di concorrenza)
– Sindacato giurisdizionale limitato

Fallimento dell’appaltatore e DURC irregolare: la clausola di sospensione dei pagamenti subordinata alla regolarità del DURC non opera più.

Il Tribunale di Venezia, Sezione I, 30/07/2025 n.3923 ha stabilito che, in caso di fallimento dell’appaltatore, la clausola contrattuale che subordina i pagamenti alla regolarità del DURC non è più applicabile. Il principio della par condicio creditorum prevale sulla tutela contrattuale del committente, che è tenuto a versare il corrispettivo direttamente alla curatela fallimentare. 
La suddetta sentenza del Tribunale di Venezia ha quindi analizzato le clausole contrattuali che tutelano il committente in caso di irregolarità contributiva (DURC) dell’appaltatore, nel caso in cui l’appaltatore venga dichiarato fallito. La decisione presa dai giudici ha stabilito chiaramente che, con il fallimento, la clausola che subordina i pagamenti alla regolarità del DURC perde la sua efficacia, e il committente è tenuto a versare il corrispettivo dovuto, come accennato, nelle mani della curatela fallimentare.

Revoca dell’aggiudicazione per inadempimento: giurisdizione ordinaria

Revoca dell’aggiudicazione per inadempimento: giurisdizione ordinaria
Cosa ha stabilito il Tar Campania (Sezione VII) con la sentenza n.5624 del 28 Luglio 2025?
Il TAR Campania ha stabilito che una «revoca» dell’aggiudicazione per inadempimento dell’operatore, avvenuta dopo l’inizio del servizio, ha natura privatistica e ricade quindi nella giurisdizione del giudice ordinario, non del giudice amministrativo. Questo perché, una volta avviata l’esecuzione, la stazione appaltante non esercita più un potere autoritativo, ma un potere paritetico, come nel diritto privato, per reagire a un presunto inadempimento.

Clausola pari opportunità, cosa avviene in caso di omessa dichiarazione di impegno ad assicurare una quota minima di occupazione giovanile e femminile?

Clausola pari opportunità, cosa avviene in caso di omessa dichiarazione di impegno ad assicurare una quota minima di occupazione giovanile e femminile?
– Il Consiglio di Stato con la sentenza – Sez. III, 11/07/2025 n.6091 – ha statuito che non è sanabile mediante soccorso istruttorio l’omessa dichiarazione dell’obbligo di assicurare, in caso di aggiudicazione del contratto, l’assunzione di una quota di occupazione giovanile e femminile, per contratti legati al P.N.N.R., di cui all’articolo 47, comma 4, del D.L. 31 maggio 2021, n. 77 (convertito dalla legge 29 luglio 2021 n.108), andando così a confermare, in seguito ad appello, quanto stabilito dal TAR Sardegna con sentenza n. 595 del 26/06/2025.

La dichiarazione di equivalenza e i suoi aspetti

La dichiarazione di equivalenza è un documento che deve essere presentato dall’operatore economico che partecipa ad una gara d’appalto, quando intende utilizzare un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) diverso da quello indicato dalla stazione appaltante come riferimento. In sostanza, l’operatore economico deve dimostrare che il CCNL da lui applicato offre tutele equivalenti a quelle previste dal CCNL indicato nella documentazione di gara. 

Cosa succede se l’offerta tecnica viene modificata in corso d’opera?

La sentenza n. 3406 del 18 aprile 2025 della Sezione V del Consiglio di Stato affronta un tema centrale nel diritto amministrativo: la verifica dell’anomalia dell’offerta nelle procedure di gara pubblica. Il caso in esame riguarda l’esclusione di un concorrente per l’offerta tecnica ritenuta “incongrua” e “complessivamente inaffidabile”, senza che fosse necessario valutare la (non) remuneratività dell’offerta stessa.

La garanzia definitiva non sana la provvisoria

Con la sentenza n. 3418 del 18 aprile 2025, il Consiglio di Stato – Sezione V – si pronuncia su un tema rilevante e delicato nel contesto delle procedure ad evidenza pubblica: la possibilità per operatori economici in stato di crisi (e più precisamente sottoposti a procedura concorsuale) di partecipare a gare pubbliche. La pronuncia si inserisce nel solco di un’evoluzione normativa e giurisprudenziale che, negli ultimi anni, ha cercato di bilanciare due esigenze contrapposte: da un lato, la tutela dell’affidabilità contrattuale nella contrattazione pubblica; dall’altro, la salvaguardia della continuità aziendale e dell’accesso al mercato da parte di imprese in crisi ma potenzialmente risanabili.
SOMMARIO:
-Il quadro Normativo di Riferimento ed il caso in concreto;
-La Ratio dell’esclusione;
-Conclusioni.

Avvalimento: limiti e opportunità

Relativamente ad un appalto per l’affidamento di un servizio di raccolta rifiuti, una ditta concorrente era stata esclusa perché non aveva indicato l’offerta in termini percentuali, in contrasto con quanto previsto dalla lex specialis di gara, che statuiva, pena l’esclusione, l’indicazione del valore percentuale; l’operatore economico escluso, contestava il proprio provvedimento di esclusione, rilevando varie censure, tra cui la mancata attivazione del soccorso istruttorio, nonché la facoltà per la Stazione Appaltante di ricostruire l’effettiva volontà della concorrente attraverso l’offerta che era comunque stata espressa in valori numerici. Come potrà constatarsi, i giudici assumono una decisione molto restrittiva e formale.Sommario: – Osservazioni dei Giudici del TAR; – Le indicazioni della Giurisprudenza; – Inammissibilità del ricorso istruttorio nel caso “de quo”; – L’offerta in percentuale e conclusioni.

E’ legittima l’esclusione per omessa indicazione del ribasso percentuale

Relativamente ad un appalto per l’affidamento di un servizio di raccolta rifiuti, una ditta concorrente era stata esclusa perché non aveva indicato l’offerta in termini percentuali, in contrasto con quanto previsto dalla lex specialis di gara, che statuiva, pena l’esclusione, l’indicazione del valore percentuale; l’operatore economico escluso, contestava il proprio provvedimento di esclusione, rilevando varie censure, tra cui la mancata attivazione del soccorso istruttorio, nonché la facoltà per la Stazione Appaltante di ricostruire l’effettiva volontà della concorrente attraverso l’offerta che era comunque stata espressa in valori numerici. Come potrà constatarsi, i giudici assumono una decisione molto restrittiva e formale.Sommario: – Osservazioni dei Giudici del TAR; – Le indicazioni della Giurisprudenza; – Inammissibilità del ricorso istruttorio nel caso “de quo”; – L’offerta in percentuale e conclusioni.